Storia, arte e cultura per la tua vacanza a Torre del Greco

Il porto di Torre del GrecoIn base alle testimonianze di numerosi reperti archeologici rinvenuti, è possibile affermare che nel periodo romano Torre del Greco era un sobborgo residenziale della città di Ercolano, caratterizzato da un insediamento di ville, dalla piacevolezza dei luoghi e dalla posizione favorevole, posto al centro del golfo di Napoli che venne devastato dalla feroce eruzione del Vesuvio nel 79 a.C. assieme a quelli di Pompei, Stabia, Ercolano e Oplonti, riconfigurando tutto il suolo e respingendo il mare per più di 500 metri.

Nel periodo successivo, si attesta la presenza di due villaggi Sora e Calastro, oggi è presente il toponimo in due delle contrade attuali. Gli abitanti di questi due villaggi, nel 535, furono trasferiti a Napoli per volere del generale bizantino Belisario al fine di accrescere il numero della popolazione esiguo dopo il sacco. Verso l’880 i Saraceni riuscirono ad insediarsi nella città grazie anche al favore del vescovo di Napoli Atanasio, che in seguito li trasferì ad Agropoli circa due anni dopo.

Per la prima volta compare, nel 1015, il nome il toponimo “Turris Octava” che successivamente diventerà Torre del Greco, alcune leggende locali affermano che il nome derivi da una particolare tipologia di vitigno di origine greca. Una seconda ipotesi sull’etimologia del nome della città afferma che derivi da un orientale eremita che probabilmente si insediò sulla torre.

Successivamente la città cadde nelle mani degli Svevi e, dal Quattrocento, dovette subire gli eventi del Regno di Napoli entrando a far parte del demanio reale. In seguito, Alfonso I, consegnò la città nelle mani della famiglia Carfa ma senza alcun diritto feudale.

In seguito ad una devastante eruzione, avvenuta nel 1631, fu distrutto tutto il versante sul mare del Vesuvio, in conseguenza di ciò a Torre del Greco arrivarono torrenti fangosi e ingenti flussi lavici, di cui uno in particolare diede vita alle scogliere della Scala. La storia e gli avvenimenti della città furono narrati da Francesco Balzano, un erudito del luogo vissuto nel Seicento e che pubblicò “L’antica Ercolano, ovvero la Torre del Greco tolta all’oblio” nel 1688.

Particolarmente importante fu il 18 maggio del 1699, quando Torre del Greco riacquistò il possesso dei suoi territori grazie ad un atto di compravendita dell’ultimo proprietario, marchese Monforte, per la cifra di 106.000 ducati e, successivamente si sviluppò in modo particolarmente favorevole il commercio marittimo con una flottiglia peschereccia che disponeva di 124 imbarcazioni che si occupavano della raccolta del corallo, delle spugne e delle conchiglie; infatti proprio in questo periodo ebbe inizio la tradizione del corallo.

Negli anni compresi tra il XVII se il XVIII secolo furono costruite numerose ville signorili nella zona del Vesuvio: in particolare ricordiamo la villa Miglio d’Oro con i Borboni che custodisce ancor oggi meravigliosi esempi dell’architettura settecentesca.

A causa dell’eruzione del Vesuvio nel 1794, il centro storico fu completamente seppellito da uno strato lavico di circa 10 metri, in seguito a ulteriori eruzioni la città si guadagnò l’appellativo di “città del Vesuvio” inoltre fu riportato sullo stemma della città, dov’era già presente una torre, il motto della fenice “Post fata resurgo”.

Grazie all’arrivo di Giuseppe Bonaparte nel 1809, la città divenne municipio, periodo in cui fu proclamato sindaco Giovanni Scognamiglio. Con Murat al potere, la città fu, assieme a Portici, la terza città di tutto il Regno di Napoli calcolando all’epoca circa 18.000 abitanti, nonostante le continue eruzioni vulcaniche che si presentavano ogni due anni.