Angioini e Aragonesi: contesa e lotte a Ischia. Informazioni culturali

Statua di Carlo I d'Angiò al Palazzo Reale di NapoliIn seguito alla disfatta di Manfredi e prima che Carlo I duca d’Angiò fosse incoronato re di Napoli, l’sola nelle mani dei Ventimiglia, fu occupata dalle galee pisane con l’obiettivo di scatenare una sommossa verso Carlo I d’Angiò, in favore di Corradino.

Non andando a buon fine il piano, i pisani decisero di massacrare la popolazione e derubare l’isola. In seguito Carlo I, ormai re, in seguito alla sua vittoria nella battaglia di Tagliacozzo nel 1268, avvia un’inchiesta e convoca tutti i rappresentanti dei diversi casali di tutta l’isola per conferma della loro fedeltà al nuovo re.

Grazie alle disposizioni di Carlo I, furono avviati i lavorii di fortificazione del Castello Aragonese e, negli anni successivi con il resto della sua dinastia, si riordinarono anche le vecchie strutture del governo di tutta l’isola. Ma nel 1282, al seguito di Giovanni da Procida che avviò la rivolta in Sicilia, gli abitanti dell’isola decisero di allontanare gli Angioini e di sostenere il re Pietro III d’Aragona, marito della sola figlia di Manfredi, Costanza di Honenstaufen, che scappò da Carlo d’Angiò che per vendicarsi decise di invadere una seconda volta l’isola.

Con la morte del re Carlo I, Ischia viene gestita dal nipote Carlo Martello, in attesa dell’erede Carlo lo Zoppo, che la governerà solo nel 1287. Carlo II stabilì un ingente dazio a Ischia sul commercio del vino, gli isolani al seguito di Piero Salvacossa, attaccarono le galee angioine che furono inviate a placare gli animi.

Nel 1299 Carlo II d’Angiò tenta di riconquistare l’isola inviando 400 uomini, facendo decapitare Salvacossa. Una devastante eruzione nel 1301 distrugge l’isola, abbandonata dalla maggior parte della popolazione, ripopolata sono nel 1305. Il successore di Carlo II è Roberto d’Angiò il Saggio e successivamente Giovanni I d’Aragona, inoltre a richiedere il trono si aggiungono anche Luigi d’Angiò e Carlo III di Durazzo.

Luigi d’Angiò occupa l’isola nel 1385 che viene riconquistata a distanza di un anno dal figlio Carlo II.

 

Gli Aragonesi

Ritratto di Alfonso V il Magnanimo, Juan de JuanesNel 1423, per volere di Michele Cossa, isolano e IV signore di Procida, arriva sull’isola Alfonso V di Aragona che occupa il Castello Aragonese e si stabilisce nell’attesa di una conquista di Napoli. Infatti nel 1441 decide di raggiungere Napoli assediandola entrando trionfante il 26 febbraio del 1443. Alfonso V, per ringraziare gli abitanti dell’isola per il loro appoggio, concesse numerosi favori. Si affezionò in particolar modo all’isola infatti decise di delegare il suo governo alla sua favorita Lucrezia d’Alagni che passa a sua volta i governo di Ischia a suo cognato Giovanni Toriglia.

Alfonso V di Aragona morì nel 1458 lasciando il torno al figlio Ferdinando I che assieme ai baroni e Toriglia si schierarono con gli Angioini. Inseguito a ciò Lucrezia fu costretta all’esilio in attesa dell’arrivo del figlio di Renato d’Angiò, Giovanni. Ferdinando, chiamato anche re Ferrante, figlio di Alfonso V di Aragona, allo scopo di difendere i diritti e i privilegi degli aragonesi, ordinò ad Alessandro Sforza di occupare tutta l’isola e di catturate Toriglia.

Purtroppo Ferrante fallì sconfitto a Troia in Puglia da Giovanni d’Angiò rifugiandosi presso Castel dell’Ovo a Napoli in attesa di raggiungere nuovamente Ischia. Nello stesso periodo l’isola fu occupata da Toriglia con l’aiuto dei Cavalieri di Rodi. Le speranze di Ferrante non svanirono infatti, con l’appoggio di Alessandro Sforza e al seguito di due galee, raggiunse Ischia dove riesce a contrastare i ribelli e a occupare il Castello Aragonese.

Ferrante muore nel 1494 e il figlio Alfonso II ben presto avvia i preparativi per contrastare Carlo VIII che poco tempo dopo inizia a occupare l’Italia. Alfonso II decide di abdicare in favore del figlio Ferrante II. Carlo VIII percorre tutta l’Italia e, in seguito alla caduta di Napoli per mano francese, Ferrante II trova rifugio presso l’isola al fianco dell’anziana regina Isabella e la figlia Giovanna, in seguito sua moglie, e Giovanni Pontano, Innico d’Avalos e Giacomo Sannazzaro.

Resta sull’isola un solo mese per poi far rotta verso Messina dove si trova suo freatello. Il controllo dell’Isola è ora nelle mani di Innico d’Avalos, il marchese del Vasto, che non si arrende al potere di Carlo VIII, quest’ultimo ordina a Ludovico Sforza di invadere l’isola.

 

La resistenza di Innico d'Avalos

Ludovico Sforza in un particolare della Pala Sforzesca, 1495Ludovico Sforza, il 6 giugno del 1496, tenta l’assalto alla roccaforte dell’isola ma Innico II d’Avalos riesce a mettere in fuga l’invasore. L’intervento di Innico II fu talmente eroico da attirare l’attenzione di Ludovico Ariosta che lo celebrò nel suo Orlando Furioso:

« Vedete Carlo ottavo, che discende da l'Alpe, e seco ha il fior di tutta Francia, che passa il Liri e tutto 'l regno prende senza mai stringer spada o abbassar lancia, fuor che lo scoglio ch'a Tifeo si stende su le braccia, sul petto e su la pancia; che del buon sangue d'Avalo al contrasto la virtù trova d'Inico del Vasto. »
( Canto XXXIII ott.24)

Ferrante II, di ritorno dalla Sicilia, fa gli onori a Innico II e all’isola di Ischia. Ferrante muore il 7 ottobre del 1496 cedendo il regno a suo zio Federico che non riesce a bloccare la lotta tra Spagna e Francia in disputa per il trono di Napoli.

Decide infatti di lasciare il governo del regno al generale d’Aubigny trasferendosi a Ischia con la famiglia. Raggiunta l’isola decise di affidare Ischia a Innico II d’Avalos. Federico in seguito fu catturato e portato in Francia anche se, in una lettera a Innico II d’Avalos scrive che Luigi XII lo considera un amico a tal punto da decidere di affidargli l’isola.

Ma Innico si oppone e, con l’aiuto di sua sorella Costanza d’Avalos, si prepara a ricevere l’attacco francese. Innico II muore durante la battaglia nel 1503 e per circa tre anni Costanza d’Avalos, ora nuova castellana d’Ischia, si oppone ai francesi.

 

Costanza d'Avalos

Fernando (detto Ferrante) Francesco d'AvalosOrmai sconfitti i francesi, Ferdinando il Cattolico è a capo del regno e, riconoscente per la dimostrazione di fedeltà, cede il governo dell’isola a Costanza d’Avalos che decide di convocare poeti e cavalieri al Castello Aragonese trasformandolo in un cenacolo di artisti e letterati. Nel 1507 Ferdinando il Cattolico decide di farle visita, mentre il regno di Napoli è sotto il controllo di Giovanna II, la madre di Carlo V.

Costanza d’Avalos convoca suo nipote sull’isola, Ferrante Francesco d’Avalos, il figlio di Innico II d’Avalos, che si sposa sull’isola il 27 dicembre del 1509 con la marchesa di Pescare Vittoria Colonna. Proprio sull’isola quest’ultima, nel 1525, apprende la notizia della morte del marito durante la battagli aid Pavia, da questo momento l’isola passa sotto il controllo del marchese del Vasto, Alfonso d’Avalos, suo cugino. Nel 1538 Alfonso ottiene la nomina a governatore della Lombardia lasciando definitivamente l’isola.

 

 

 

Il pirata Barbarossa

Carlo V, nel 1535, sbarca a Napoli per onorare la vittoria di Alfonso d’Avalos che aveva sconfitto 150 mila turchi presso le mura di Tunisi, guidate da Barbarossa. Quest’ultimo per vendicarsi della sua disfatta, dieci anni dopo si reca presso la baia della Scanella e saccheggia il casale di Panza e molti altri casali presenti sull’isola. Durante tali irruzioni uccide circa duemila isolani, in parte deportati come schiavi.