La storia dell'Isola di Ischia: viaggi culturali
L'origine del nome
In origine i greci chiamarono la colonia Pithekoussai, sono svariate le teorie sull’etimologia del nome ma nessuna realmente certa. Senagora sostiene che il nome derivi da pithekos, letteralmente “scimmia”, che si ricollega al mito dei Cercopi, il popolo delle isole flegree che furono trasformati da Zeus in cercopitechi.
Una seconda teoria la ritroviamo con Plinio il Vecchio che trova l’etimologia nel termine pythos, anfora, questa teoria fu avvalorata in seguito ai rinvenimenti archeologici che attestarono la produzione greco-italica delle ceramiche, in modo particolare di anfore per il vino, sia nell’isola sia nel golfo di Napoli.
Nel periodo romano Ischia divenne un punto fondamentale per le numerose attività commerciali e manifatturiere presenti sia nel periodo greco preso Pithecousae sia a Carta Romana, presso la piccola isola del Castello, in questo periodo l’insediamento fu denominato Aenaria, da aenus letteralmente metallo, termine che viene associato anche a Enea, che si dice fece scalo in queste terre, mentre Virgilio la indicò con il termine Arime, la stessa isola che viene citata nell’Iliade.
Solo nell’812 possiamo ritrovare le prime tracce plausibili del nome dell’isola, precisamente citata in una lettera di Papa Leone III redatta per informare l’imperatore Carlo Magno sulle devastazioni avvenute in queste terre, indicando l’isola con il termine di Iscla maior.
In base alle teorie e agli studi di alcuni esperti il nome si dovrebbe associare alla parola I-schra letteralmente “isola nera”, inizialmente anche accettata come teoria se non fosse che, sotto un aspetto geologico, per i prodotti vulcanici l’isola appare per la maggior parte bianca.
La storia
Ischia ha origini remote, infatti sull’isola sono stati ritrovati numerosi reperti, in particolare presso Punta Imperatore, frazione di Panza, come testimonianza abitativa sin dal Neolitico. Un altro importante rinvenimento nel 1989 presso Punta Chiarito, in occasione di uno smottamento, diede inizio ad una serie di lavori di scavo avvenuti tre il 1993 e il 1995, durante i quali è stata portata alla luce una fattoria greca mantenuta da agricoltori benestanti data l’alta qualità dei vasi ritrovati.
Tali rinvenimenti sono di particolare importanza poiché è stato possibile anticipare di circa vent’anni lo sbarco dei primi coloni greci, precisamente verso il 790-780 a.C. La precedente teoria sosteneva che lo sbarco avvenne a Monte Vico, che oggi si trova presso il comune di Lacco, luogo in cui arrivarono coloni da Eretria e Chalkis verso il VIII secolo a.C. stanziando un emporio per i rapporti commerciali con gli Etruschi stanziati sulla terraferma.
Con gli scavi del 1993 è stato possibile stabilire che i primi coloni raggiunsero l’isola a Sud-Ovest, presso le alture di Punta Chiarito, località Panza, precisamente una frazione del comune di Florio. Da sottolineare che la baia di Sorgeto, posta ai piedi di Punta Chiarito, rappresenta un ottimo riparo per le navi, fondamentale per quelle che provengono dai venti di scirocco, un aspetto fondamentale per la popolazione dei Greci per la scelta di un approdo.
Una caratteristica assente nella zona di Monte Vico. Circa vent’anni dopo lo sbarco, i coloni occuparono gran parte dell’isola fondando la colonia di Pithecusa, il cui polo principale sarà però presso le alture di Monte Vico, precisamente nella zona posta a nord di Ischia, favorendo gli scambi con la terraferma.
Grazie al porto realizzato dai coloni, questi ebbero particolare fortuna derivante dal commercio del ferro con tutta l’Italia, infatti nel periodo in cui fu particolarmente fiorente si contavano circa 10.000 abitanti. Importante scoperta ci fu nel 1953, presso la necropoli di San Montano a Lacco Ameno, con l’archeologo Giorgio Buchner che riportò alla luce la Coppa di Nestore datata nel 725 a.C., uno delle testimonianze più antiche rinvenuta delle poesie in lingua greca.
« Io sono la bella coppa di Nestore,
chi berrà da questa coppa
subito lo prenderà il desiderio di Afrodite dalla bella corona »
Il tiranno di Siracusa Gerone riuscì ad occupare Ischia nel 474 a.C., una delle tante mete inserite nel suo quadro espansionistico, mentre fu sotto il controllo romano assieme a Napoli nel 322 a.C. I Romani trasformarono l’isola in un luogo di cura, grazie anche alla costruzione di numerose terme, inoltre l’isola fu anche il rifugio di Caio Mario ricercato da Silla.
L’isola venne nuovamente saccheggiata nel 389 da Alarico che dalla Svezia raggiunse la Campania per invaderla, mentre circa un secolo dopo venne saccheggiata nuovamente da Genserico. Una lettera di papa Leone III indirizzata a Carlo Magno ricorda che nel 812 tra il 17 e il 19 agosto ci fu un’ulteriore invasione, infatti alcune navi di pirati si rifugiarono sull’isola a causa di una violenta tempesta, i sorrentini seganti dai precedenti attacchi decisero di allontanare i pirati attaccandoli.
Negli anni successivi l’isola ebbe la stessa sorte si Napoli sotto il dominio e il controllo dei Duchi ma nel 1135, fu saccheggiata per mano di Ruggero il Normanno e in seguito da Tancredi. Genovesi e pisani arrivarono sull’isola nel 1194 e, dopo aver occupato il Castello Aragonese, la consegnarono nelle mani di Arrigo VI.